I prossimi mesi saranno cruciali per il lavoro. Andranno prese decisioni di straordinaria importanza. Potranno avere esiti diversi a seconda della visione che le guideranno. Recupero di competitività, accelerazione dei processi di innovazione e occupazione dovranno dialogare tra loro.

Cosa succederà quando le imprese ritorneranno libere di licenziare? Come saranno gestiti i collaboratori il cui lavoro non troverà più senso organizzativo? Saranno preservate competenze e capitale relazionale delle imprese? Come? Cosa prevedono gli interventi sulle politiche attive del lavoro varate nella legge di bilancio? Sono adeguate?

Il senso di urgenza nel poter contare su una visione del lavoro capace di incoraggiare misure sostenibili è ancora poco avvertito nella discussione pubblica, distratta dalla volontà di continuare a individuare soluzioni temporanee che accolgono istanze parziali. Sarebbe il momento invece per riscattare decenni di insuccessi rilanciando policy innovative e inclusive, capaci cioè di rispondere alle istanze delle differenti generazioni e salvaguardare le ragioni della competitività delle imprese. In questa prospettiva, particolare rilievo rivestono le iniziative intese a consentire passaggi generazionali di competenze che non hanno avuto sin qui l’attenzione necessaria per strutturarle in vere pratiche che combinano metodologie differenti di apprendimento e sviluppo work-based.

Gabriele Gabrielli e Filippo Antilici riflettono sullo scenario dei prossimi mesi, le opzioni e gli strumenti disponibili con uno sguardo particolare rivolto alle nuove generazioni in quanto visione, innovazione e coraggio saranno le chiavi per rilanciare il lavoro e l’economia.